Per migliorare la qualità di vita delle persone ipertese, e ridurre il rischio di eventi avversi gravi, è utile un approccio terapeutico in team, basato su educazione del paziente e monitoraggio costante.

Il percorso per valutare l’ipertensione è fonte di forti preoccupazioni: già prima della diagnosi, infatti, nei pazienti aumenta il timore di malattie cardiovascolari, infarti e ictus.

Alte concentrazioni plasmatiche di carotene sono correlate a più colesterolo buono e a meno lipoproteine a bassa densità, rallentando quindi la formazione della placca aterosclerotica

Il numero di passi percorsi quotidianamente fa la differenza: ogni 1.000 passi il rischio di mortalità si abbassa del 15%. Ed è via via sempre meglio, fino ai 20 chilometri al dì.

Il programma Healthy Heart nei Paesi Bassi non ha determinato un reale miglioramento degli stili di vita e una riduzione del rischio cardiovascolare, nonostante ottime premesse.

Intervenendo sulle abitudini alimentari di chi ha ipercolesterolemia lieve o moderata si ottengono risultati comparabili con quelli di alcuni trattamenti farmacologici.

Il ruolo dell’infiammazione è decisivo nel trattamento dei pazienti con colesterolo elevato e che hanno un alto rischio cardiovascolare.

Assumere statine dopo un’attività fisica prolungata, purché con intensità moderata, non condiziona i marcatori delle lesioni muscolari.

Seguire dei programmi per ridurre il peso corporeo abbassa i rischi cardio-metabolici sul lungo periodo: fino a 5 anni dopo la fine del trattamento si registrano miglioramenti per colesterolo e pressione, anche qualora il peso torni ad aumentare.