UE: la miglior arma contro le malattie croniche? La prevenzione

La lotta alle malattie croniche è una delle più importanti missioni dei sistemi sanitari del mondo occidentale. In Europa queste patologie colpiscono l'80% delle persone sopra i 65 anni e sono le responsabili dell'86% dei decessi. Con cinque distinti workshop tematici ed una sessione plenaria che ha coinvolto quasi 500 tra i maggiori esperti europei, Bruxelles ha quindi voluto fare il punto su malattie cardiovascolari, diabete e cancro, per cercare di risolvere una sfida che è sociale ed economica: costando ogni anno 700 miliardi di euro, queste malattie possono rendere insostenibili i nostri sistemi sanitari.

Il vertice UE, che ha avuto luogo il 3 e 4 aprile nella capitale belga, si è concluso stilando una lunga lista di obiettivi politici, dal coinvolgimento della società civile al sostegno nel mercato del lavoro per i malati cronici. Ma fra tutti i punti, svetta la prevenzione: i comportamenti virtuosi e i controlli preventivi sono infatti capaci di evitare l'insorgere delle malattie e hanno costi molto più contenuti della terapia. Paradossalmente però, solo il 3% del budget viene dedicato a promuovere i comportamenti sani.

La Commissione europea, indicando i luoghi principali dove fare informazione sulla prevenzione (le scuole e i luoghi di lavoro), ha quindi deciso di agire con decisione contro fumo, alcol e cattiva alimentazione, tre tra i principali fattori scatenanti le malattie croniche. Il summit ha richiesto la corretta applicazione della direttiva sui prodotti del tabacco e della Convenzione quadro dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per la lotta contro il fumo – in UE fuma il 28% della popolazione, quando la media OCSE è del 20,9% - e ha dichiarato l'urgenza di misure decisive per ridurre i disturbi correlati all'uso dell'alcol, suggerendo di alzare i prezzi per ridurre l'accesso all'alcol da parte dei minorenni.

Per Bruxelles un impegno concreto deve essere assunto inoltre per promuovere una giusta nutrizione ed evitare l'obesità, magari attuando misure urbanistiche che promuovano l'attività fisica tra giovani e anziani. L'Italia, su questo tema, è uno dei Paesi messi con le più alte criticità. Secondo l'OMS infatti quasi il 60% degli italiani non pratica sufficiente moto fisico ed è anche per questo per questo che è uno dei Paesi con più obesi della Unione europea (il 10% degli italiani nel 2011 era obeso, contro il 7% nel 1994): uno scenario che lascia prevedere un aumento di diabete e malattie cardiovascolari con maggiori costi di assistenza sanitaria nel futuro.


Il link al Chronic Diseases Summit: http://ec.europa.eu/health/major_chronic_diseases/events/ev_20140403_en.htm




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