La mela della salute

Una mela al giorno forse non toglie il medico di torno, ma di sicuro aiuta a tenere a distanza il cardiologo. E' quanto suggeriscono i dati scaturiti da una ricerca statunitense condotta all'Ohio State University.

La mela infatti è ricca di polifenoli, sostanze in grado di prevenire l'ossidazione di LDL (lipoproteine a bassa densità presenti nel sangue, il cosiddetto “colesterolo cattivo”), fenomeno considerato un fattore di rischio nell'aterosclerosi e nell'indurimento delle arterie. Nello studio, finanziato dalla U.S. Apple Association, federazione americana dei produttori di mele e i cui risultati sono stati appena pubblicati sul Journal of Functional Foods, i pazienti, sedici adulti sani, non fumatori e di mezz'età (40-60 anni), hanno consumato una mela Golden delicious al giorno per quattro settimane. Risultato: il loro livello di LDL nel sangue si è abbassato del 40%.

«La differenza è simile a quella che si trova tra le persone con coronarie normali e coloro che soffrono di malattia coronarica» ha detto Robert Di Silvestro, docente di nutrizione umana presso la Ohio State University e promotore della ricerca dopo, racconta, aver letto in uno studio turco delle proprietà antiossidanti di spezie, tè verde ed estratto di pomodoro.

Oltre alle mele, i ricercatori hanno somministrato a dei pazienti anche sostanze senza alcun effetto (placebo) e integratori alimentari. Se il placebo non ha sortito risultati sul livello di colesterolo del sangue, l'assunzione di integratori alimentari, anch'essi a base di polifenoli (194 mg al giorno per quattro settimane), invece ha prodotto un effetto simile, ma con qualche differenza. «Abbiamo provato a isolare solo i polifenoli, facendoli assumere in una quantità che ci si aspetterebbe da una mela al giorno - ha spiegato Di Silvestro - L'estratto di polifenoli ha avuto un effetto misurabile, ma non così forte come la mela. Ciò può essere dovuto al fatto che la mela contiene altri elementi che potrebbero contribuire all'effetto o al fatto che, in alcuni casi, questi composti sembrano essere assorbiti meglio quando sono consumati sotto forma di cibo».

 

Fonte: http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1756464612001363

 


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