Faccia a faccia

Se mentre leggi questa notizia stai sbirciando su Facebook alla ricerca di un tuo vecchio amico o sei impegnato con una chat su Skype, sappi che stai mettendo in pericolo la tua salute.
O perlomeno questa è l'opinione di Aric Sigman, psicologo che da anni studia gli effetti che la vita legata ai social network crea in utenti particolarmente esposti. Secondo il suo studio pubblicato su Biologist, il giornale dell'Institute of Biology inglese, sarebbe proprio la perdita di contatti reali e di relazioni interpersonali dal vivo a danneggiare il nostro organismo. Disturbi legati al malfunzionamento dei geni in prima battuta, ma anche un ampio ventaglio di malattie causate da alterazioni delle risposte immunitarie e dei livelli ormonali, dal malfunzionamento delle arterie e da una riduzione delle prestazioni mentali.
Dall'avvento dei social network sono sempre di più le persone affette da patologie che, come queste, sembrano dipendere dal web. Circuiti via etere che, secondo Sigman, invece di aggregare le persone, contribuiscono a isolarle. La nuova ricerca, che ha sollevato molte perplessità e polemiche soprattutto rispetto alle metodo utilizzato nella raccolta e analisi dei dati, sostiene infatti che il numero di ore che i cittadini britannici trascorrono interagendo dal vivo con gli altri sia letteralmente crollato rispetto a vent'anni fa. Una riduzione che va di pari passo con la diffusione dei sistemi informatici e che rivela anche che, nello stesso arco di tempo, la quantità di individui che ammette di essere solo quando deve discutere di questioni importanti è tre volte maggiore.
Altrettanto significativo il risultato della ricerca presentata lo scorso febbraio al meeting annuale dell'American Association for the Advancement of Science di Chicago: i ragazzi che comunicano tra loro utilizzando internet condividono spesso la stessa area geografica. Secondo Noshir Contractor, esperto di Scienze Comportamentali alla Nothwestern University di Chicago, lo studio dimostra che la tecnologia, sebbene diminuisca le opportunità di scambi relazionali dal vivo, non cambia però le dinamiche dei tradizionali network sociali. Come dal vivo, anche su Facebook i teenager socializzano più volentieri con gli amici degli amici, e non con persone estranee al loro gruppo.

 


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