Alcol: quando si eccede nel bere?

La letteratura recente ha confermato alcuni effetti benefici dell’alcol. Modeste quantità di alcol, infatti, in particolare di vino rosso, assunte durante i pasti sembrano influenzare favorevolmente le funzioni digestive con un miglioramento delle attività secretive e un aumento dell’appetito. Piccole quantità di alcol sembrano inoltre avere un’azione preventiva nei confronti dell’aterosclerosi e dell’infarto miocardio. Il vino rosso, inoltre, quando assunto in modesta quantità, aiuterebbe anche nella prevenzione del cancro della prostata in virtù del suo potere antiossidante. Non ci sono dubbi però che tutti questi effetti si riferiscono a un uso molto modesto di bevande alcoliche. Diventa però molto difficile definire la dose minima che tanto ci assilla di questi tempi. Tale dose viene denominata “standard drink” ed è la quantità meglio tollerata dall’essere umano e che può, quindi, avere anche effetti benefici. Lo standard drink equivale a una quantità di alcol inferiore a 30 g/die per l’uomo, pari a circa due bicchieri di vino o a due bicchieri di birra o a un bicchierino di superalcolico al giorno. Nella donna questa quantità viene dimezzata. Questo è quanto emerge dal rapporto del World Cancer Research Fund nel quale sono state illustrate le raccomandazioni alimentari per ridurre il rischio di sviluppare il cancro.
Ma utilizzare come unità di misura il bicchiere crea spesso confusione tra la gente. Sarebbe più corretto parlare di unità alcolica (UA) che è pari a 12 grammi di etanolo. Sulla mancata chiarezza di questo tipo di indicazioni è incentrato l'intervento di una lettera di Rachel Seabrook, ricercatrice dell'Institute of Alcohol Studies, sull'ultimo numero della rivista British Medical Journal.
L'equazione 1 unità alcolica = 1 bicchiere, sia esso di vino o di birra, o altro, è scorretta. Una birra media con il 4,2 per cento di contenuto alcolico corrisponde a 2,4 unità e un bicchiere di vino da 175 ml al 12 per cento di contenuto alcolico corrisponde a 1,5 unità. Ma anche queste sono indicazioni che potrebbero essere scorrette: si riferiscono infatti a delle quantità standard vendute in Inghilterra; in altri Paesi le quantità legate a una consumazione possono essere diverse.
La soluzione migliore sarebbe quella di rivolgersi a un nutrizionista che, in base alle caratteristiche fisiche e alle condizioni di salute di ciascuno individuo, possa consigliare un regime alimentare corretto nel quale integrare anche le bevande alcoliche nelle giuste quantità.

Fonte: Seabrook R. What is a unit? BMJ 2007; 335:108.


 
🕑