Medico cura te stesso

Quando il medico diventa paziente

Si conclude in questo numero l'approfondimento di Faromed sulle condizioni patologiche tra i medici: uno strumento che ha permesso ai ricercatori dell'Università di Modena e Reggio Emilia di raccogliere e censire tutti gli esigui studi sull'argomento, in maniera da acquisire una maggiore consapevolezza atta a sviluppare meccanismi di prevenzione e terapia anche tra i dottori.

Di BENIAMINO  PALMIERI,  LUCIA PALMIERI,  FRANCESCA POLLASTRI e CHRISTIAN BARALDI - UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA (DIPARTIMENTO DI CHIRURGIA)(Quarta parte)

Discussione e conclusioni


In questa review sono stati stigmatizzati comportamenti generali della classe dei medici verso il sospetto, la diagnosi, l'ammissione della malattia, il riferimento a strutture e personale medico in grado di condurre una terapia sui medici trasformati in pazienti e la condotta del medico-paziente, in funzione del suo reinserimento professionale, della sua aspettativa verso i propri pazienti.

Tali connotazioni paiono non troppo dissimili da quanto si osserva in Italia, ma mancano, nella nostra realtà, precisi dati di riferimento.

Nella nostra nazione è stata istituita un'associazione (AMAMI: ASSOCIAZIONE PER I MEDICI ACCUSATI DI MALPRACTICE INGIUSTAMENTE, http://www.associazioneamami.it/), che si prefigge lo scopo di tutelare i medici accusati di malpractice prescindendo assolutamente dalle ragioni pre-morbose o morbose che possano fungere da concausa di questi incidenti professionali.

Presso l'Ospedale di Trieste il Dr G. STUPAR (comunicazione personale) ha invece organizzato per tutto il personale un PROGRAMMA WELLNESS, che si prefigge lo scopo di ridurre morbilità e assenza per malattie e di ottimizzare il rendimento delle risorse umane ricorrendo a misure di prevenzione, ma anche di training fisico e psichico, in guisa non dissimile ai programmi avanzati di fitness e wellness promossi presso molte Aziende del settore  industriale Europeo.

Questo è un esempio significativo di attenzione e programmazione verso un tipo di Azienda, quella Ospedaliera, perché per la particolare produttività di target relazionale medico-paziente, si giova in modo sostanziale di un rendimento psicofisico equilibrato da parte del personale.


Più recentemente un network nazionale da noi battezzato "Medico cura te stesso" si sta ponendo il problema di censire in primo luogo tutte le problematiche di morbilità e mortalità dei medici, con la finalità precipua di effettuare interventi di profilassi, di assistenza e di indirizzo terapeutico (istituzionale, verso centri di eccellenza, e/o farmacologico inclusi farmaci che ancora non abbiano completato l'iter sperimentale, senza escludere nemmeno sperimentazioni autogestite su singoli gruppi di medici affetti da identici problemi di salute).

Si vuole in tal modo esorcizzare quell'aura di invulnerabilità che condiziona spesso negativamente la diagnosi precoce e tempestiva della malattia del medico, offrendo un concreto supporto alla profilassi, diagnosi e cura nei casi più difficili o complessi. Il ruolo del counseling medico-medico via e-mail può divenire più incisivo e concreto, potendo attingere in tempo reale ad oltre tremila siti medici nel mondo.

Anche la possibilità tramite una cartella computerizzata di aggregare tipologie di condizioni premorbose e morbose in un vero e proprio registro di morbilità e mortalità, può offrire opportunità più concrete di intervento sulla parte gestionale e sociale delle istituzioni.


E' senza dubbio eticamente rilevante prendersi cura della salute dei medici, specialmente dopo la 5° decade di vita, ed anche di quelli che sono ritirati dalla vita attiva, per mantenerli inseriti in un circuito interattivo vitale e di salute, attingendo eventualmente alla loro stessa esperienza per rilanciare nuove indicazioni motivazionali. Tra le malattie dei medici particolare attenzione è stata rivolta dalla letteratura internazionale alla morbilità psichica: anche il network "Medico cura te stesso" è attento a questo aspetto, la cui prevenzione strettamente connessa anche ai condizionamenti e alle frustrazioni della propria professione (burn-out e mobbing), si rivolge anche a incentivare certi aspetti artistici del temperamento del medico, ponendoli in evidenza e stimolando forum di confronto e di qualificazione.


In sintesi riteniamo che la disamina da noi effettuata ci consenta di aprire nuove prospettive di reclutamento di informazioni e di follow-up sulla morbilità dei medici italiani con una specifica connotazione propositiva alla prevenzione alla terapia: questa acquisita consapevolezza non solo epidemiologica ma anche umana non mancherà di tradursi in un percorso di maturazione di sensibilità e di efficacia da parte del medico che ha recuperato la salute o che so sta tuttora curando una infermità a beneficio dei pazienti affidati alle sue cure.


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