10 sport ideali - Istruzioni per l'uso

3a parte

“10 sport ideali” illustra la traumatologia prevalente di ogni disciplina, definendo le strategie per la prevenzione, la cura e la riabilitazione, per godere dello sport in modo “ideale”. Faromed pubblica i primi tre sport  di  questo utile strumento per una pratica quotidiana delle attività fisiche in sicurezza. Nelle prossime newsletter saranno approfondite altre  attività sportive svolte nel periodo estivo e autunnale.

MOUNTAIN BIKE


Dove si fa, quando si fa, chi lo pratica.
Praticato d’inverno in città nei grandi parchi o d’estate in campagna o montagna prevalentemente da maschi di età compresa tra 20 e 50 anni. Il desiderio di contatto con la natura, contestualmente all’aumento del traffico stradale, ne hanno favorito la diffusione. Una volta le passeggiate in bicicletta si facevano per strada, ora si fanno nei boschi. La bicicletta è totalmente diversa da quella tradizionale, dovendo adattarsi ad un terreno accidentato, con salite e discese brevi ma frequenti e talvolta abbastanza ripide, scarsi tratti pianeggianti comunque sconnessi, terreno che impone continui e repentini cambiamenti di ritmo.

Norme e regole di buon comportamento
Opportuna una visita medica per verificare le condizioni fisiche generali. Ridurre preventivamente l’eventuale sovrappeso. Non praticare in presenza di mal di schiena.
Per lunghi giri, soprattutto in montagna d’estate è essenziale un buon equipaggiamento con un cambio se si suda o se ci si bagna, un capo pesante (felpa, maglione), un capo impermeabile (k-way), acqua, barrette energetiche e/o merendine, piccolo pronto soccorso per la disinfezione ed il tamponamento di ferite, ghiaccio istantaneo, materiale per fasciatura. Proteggere gli occhi dal sole, dal vento e dalla polvere. Utili le protezioni per ginocchia e gomiti. Tassativo l’uso del casco protettivo.

I traumi più frequenti.
Per cadute, prevalentemente per perdita di controllo della bici su terreno sconnesso in soggetti che hanno scarsa dimestichezza con il mezzo meccanico. Tra i traumi più frequenti si hanno contusioni e ferite, fratture (Fig.3 e 4), prevalentemente a carico delle mani e del polso dovute a reazione istintiva di protezione. Frattura della clavicola. Traumi della testa e della colonna vertebrale.

Frattura di clavicola
Frequente frattura per caduta su terreno sconnesso quando la bicicletta (la ruota anteriore) si impunta e la velocità determina un impatto improvviso al suolo della regione anteriore dell’articolazione della spalla senza alcuna reazione protettiva.
Dolore intenso con immediata impotenza funzionale a carico del braccio e della spalla. La clavicola può apparire deformata in modo inusuale. Può comparire più o meno precocemente tumefazione e/o ecchimosi. Non muovere la parte traumatizzata. Chiedere aiuto.
Se la frattura è esposta, con osso che spunta e ferita cutanea, trattare la ferita al fine di arrestare l’eventuale emorragia e prevenire le infezioni. In attesa dei soccorsi immobilizzare l’arto con la classica benda al collo (con uno spago, un foulard etc.).
Utile il ghiaccio per ridurre la tumefazione ed il dolore. Non applicare mai il ghiaccio direttamente sulla cute, meno che mai se la sede della frattura è esposta.
Se le condizioni generali lo permettono, è consentita la deambulazione per raggiungere il più vicino pronto soccorso.

Traumi della testa e della colonna vertebrale
Se per una caduta si è verificato un trauma violento a carico della testa, del collo e/o della colonna vertebrale e non si è in una posizione pericolosa: non muoversi, non rimuovere il casco protettivo.
Chiedere aiuto. Chiamare il 118.
All’arrivo di eventuali soccorritori (spesso inesperti): informarli immediatamente sulla sede del trauma ed intimargli di non muovervi a meno che non sia assolutamente necessario e di non rimuovere il caschetto protettivo.
Con qualsiasi cosa (Fig, 1)  (asciugamani, magliette, stoffe arrotolate) far bloccare la testa e il collo, senza muoverlo nella posizione in cui si trova. Utile un nastro adesivo per bloccare la fronte al suolo e una piccola imbottitura (maglietta arrotolata) sotto il collo. Far allentare tutti gli indumenti stretti (es. cintura).
Far chiamare il 118.


Figura 1
 Fig. 1 Traumi della testa


TREKKING IN MONTAGNA

Dove si fa, quando si fa chi lo pratica
Praticato prevalentemente d’estate da soggetti adulti anche in età avanzata.

Norme e regole di buon comportamento
Necessario un controllo medico preventivo per escludere patologie che controindichino il soggiorno o la pratica di attività fisica in quota. Cimentarsi sempre in modo graduale, proporzionato al grado di allenamento. É utile ridurre preventivamente il sovrappeso corporeo.
Essere sempre ben equipaggiati, con un cambio se si suda o se ci si bagna, un capo pesante (felpa,
maglione), un capo impermeabile (k-way). I frequenti cambiamenti delle condizioni atmosferiche
suggeriscono di vestirsi “a cipolla”, (leggeri in salita, per evitare di sudare, più pesanti in discesa). Le
calzature devono essere comode, con tomaia alta, per proteggere la caviglia, e suola adatta a far
presa sui terreni accidentati. Proteggere gli occhi dal sole. Utile disporre di barrette energetiche e/o
merendine, piccolo pronto soccorso per la disinfezione ed il tamponamento di ferite, ghiaccio a preparazione istantanea, materiale per fasciatura (benda elastica).

I traumi più frequenti.
Contusioni, ferite, fratture e lussazioni per cadute accidentali; distorsioni di caviglia (più frequenti) e/o di ginocchio, per un “piede in fallo”.

Distorsione di caviglia
Per “una buca non vista” con rotazione del piede verso l’interno e peso del corpo che si scarica tutto sulla parte laterale dell’articolazione. Il dolore è improvviso, a volte con sensazione di crack, nella zona laterale della caviglia. Fermarsi ed applicare subito ghiaccio.
 
Figura 2
Figura 2 - Distorsione di caviglia


Se il dolore scompare rapidamente, non compare tumefazione e la funzione articolare è normale si può riprendere a camminare con cautela.
Se il dolore persiste proseguire con il ghiaccio per almeno per 30 minuti (ogni 2 minuti rimuovere per 30 secondi) quindi bloccare la caviglia con una fasciatura e riprendere con cautela a camminare per tornare. A casa sfasciare la caviglia, applicare ghiaccio per le successive 12 ore ed osservare un riposo sufficiente alla guarigione. Se i sintomi non scompaiono e compare tumefazione e/o ecchimosi rivolgersi al medico
Se il dolore è intenso con immediata comparsa di tumefazione e/o ecchimosi e limitazione funzionale (impossibilità a camminare o semplicemente a poggiare il piede), applicare ghiaccio, non fasciare (l’aumento progressivo della tumefazione rende stretta la fasciatura aggravando il dolore), rimanere fermi, chiedere aiuto, chiamare il 118. Rivolgersi al medico il prima possibile.



VELA

Dove si fa, quando si fa, chi lo pratica

Praticato prevalentemente durante l’estate da individui di tutte le età, a scopo ludico o semplicemente come modo di “passare la vacanza o la giornata di mare”.

Norme e regole di buon comportamento
In barca evitare pasti copiosi, bere a sufficienza e non immergersi mai dopo un pasto abbondante.
Proteggere gli occhi e la pelle dal sole. Disporre sempre di un capo pesante (felpa o maglione), un capo impermeabile, acqua, barrette energetiche e/o merendine, piccolo pronto soccorso per la disinfezione ed il tamponamento di ferite, ghiaccio istantaneo, crema solare. Per ridurre il rischio di traumi muoversi sempre con cautela.

I traumi più frequenti
Se si escludono le regate oceaniche, dove per le condizioni ambientali estreme, eventi anche fatali non sono rari, il rischio di traumi è basso ed essenzialmente dovuto alla presenza di oggetti inusuali, quali corde, bitte etc. nonché dell’acqua, che rende scivolose le superfici. Frequenti ferite e contusioni, meno distorsioni, fratture e lussazioni.
È utile disporre di ghiaccio istantaneo ed antinfiammator topici.


Ferite
Arrestare immediatamente l’eventuale emorragia comprimendo la ferita con una garza, una benda, una stoffa pulita. Se l’emorragia continua non rimuovere mai il tampone che si sta usando ma aggiungerne sopra uno nuovo. Se è interessato un arto sollevarlo per ridurre la pressione del sangue dovuta alla gravità. Se un oggetto di grandi dimensioni è rimasto nei tessuti (frammento di vetro-resina) non estrarlo per non correre il rischio di provocare o peggiorare l’emorragia. L’estrazione deve avvenire in pronto soccorso.
Arrestata l’emorragia lavare con acqua abbondante (granelli di sabbia o schegge di vetroresina non rimosse possono causare infezione), disinfettare (acqua ossigenata) e coprire con medicazione sterile (cerotto, garza). Se la ferita è estesa, profonda o lacera rivolgersi sempre al pronto soccorso per un’eventuale sutura.
Se l’emorragia non si arresta rivolgersi al pronto soccorso.


Figura 3
Fig. 3 - Ferite profonde alle dita delle mani


Se l’emorragia è grave (il sangue zampilla) ed a carico di un arto individuare l’arteria principale e comprimerla energicamente mentre si continua a comprimere la ferita. Come ultima risorsa applicare un laccio a monte della ferita. Il laccio una volta applicato non va mai rimosso. Prendere sempre nota del tempo dalla sua applicazione per informare i sanitari. Rivolgersi il prima possibile al pronto soccorso o chiamare il 118.
In presenza di ferite particolarmente profonde controllare l’emorragia e bloccare la parte amputata senza rimuoverla o strappala via. Se l’amputazione è totale controllare l’emorragia dalla ferita, avvolgere immediatamente la parte amputata in una garza, stoffa, asciugamano, e metterla possibilmente in un contenitore impermeabile sopra uno strato di ghiaccio.
Non mettere mai a contatto la parte amputata direttamente con il ghiaccio.
Raggiungere il prima possibile il più vicino centro di pronto soccorso o chiamare il 118.

Contusioni
Applicare immediatamente ghiaccio ed attendere la guarigione spontanea. Contusioni forti possono causare rapido stravaso di sangue nei tessuti con tumefazione e colorito dapprima rosso intenso e poi scuro (“bernoccolo” in testa, “occhio” nero). Se a distanza di 24 ore il dolore, la tumefazione e/o l’ecchimosi sono ancora intensi rivolgersi al medico per una terapia appropriata. Per contusioni delle dita (mani, piedi) se si verifica immediata tumefazione e/o l’ecchimosi o se dopo poche ore compare imponente ecchimosi con limitazione funzionale sospettare una frattura (Fig. 4).
 
Figura 4
Fig. 4 - Frattura



Applicare immediatamente ghiaccio, ma mai direttamente (avvolto in una stoffa).
Se si associano tagli dell’occhio e/o della palpebra, coprire delicatamente entrambi gli occhi con una stoffa o tampone pulito, ed avviarsi al pronto soccorso. Se sono presenti corpi estranei (polvere, granelli di sabbia) sciacquare delicatamente ed abbondantemente con acqua (possibilmente tiepida). Se il lavaggio non è sufficiente, rimuovere il corpo estraneo con una stoffa o garza pulita ed umida e sciacquare di nuovo. Se la rimozione non riesce rivolgersi al pronto soccorso.
Se il corpo estraneo è conficcato nel globo oculare, non comprimere e non rimuovere. Coprire con un bicchiere di carta l’occhio interessato e bloccare il bicchiere con un nastro. Coprire l’altro occhio con una benda. Mettersi supini a riposo. Chiamare il 118.


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