Per migliorare bisogna eliminare

La dieta quotidiana è importante per alleviare i sintomi gastrointestinali, quali gonfiore, dolore addominale, diarrea e stitichezza, associati alla sindrome dell’intestino irritabile (IBS).

In particolare è utile conoscere quali sono gli alimenti da evitare perché peggiorano la sintomatologia o scatenano reazioni indesiderate. Dato che in genere i pazienti non rispondono allo stesso modo agli stessi cibi, seguire una dieta a eliminazione potrebbe fornire informazioni importanti. In pratica, si tratta di eliminare dalla propria alimentazione un cibo alla volta per 12 settimane, che è un arco di tempo adeguato perché gli eventuali miglioramenti siano reali e non frutto delle normali fluttuazioni dei sintomi gastrointestinali.

Prima di tutto è necessario elencare tutti i cibi che si pensa aggravino la malattia; in caso di dubbi si consiglia di rimuovere completamente dalla dieta fibre, cioccolato, caffè e frutta secca. Fatto ciò bisogna eliminarne uno alla volta per 12 settimane e osservare se si verificano miglioramenti dei sintomi. In caso non si osservino differenze, reintrodurre quel cibo nella dieta ed eliminarne un altro per altre 12 settimane. Di solito si consiglia di iniziare rimuovendo le fibre, che si suddividono in solubili (presenti in frutta e verdura) o insolubili (contenute nei cerali integrali). In questo caso si eliminano le fibre insolubili, in quanto una quota di fibra deve essere sempre presente nella dieta per garantire una buona peristalsi intestinale.

Tra gli altri alimenti potenzialmente irritanti ci sono latte e derivati, dolcificanti, frutta, verdura, spezie e bibite addizionate con gas.


Per approfondire: www.benessereintestinale.it



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