Dermatite alle mani: alcune professioni sono più a rischio

Le mani sono una delle parti del corpo che usiamo di più, in ogni momento della giornata. E sono anche tra le più esposte agli agenti fisici e alle sostanze chimiche in grado di danneggiare il sottile strato di pelle che le ricopre. Le conseguenze? Fastidiosi disturbi dermatologici, di cui la dermatite alle mani è uno dei più comuni e impattanti.
Nella sua forma acuta, è associata alla comparsa di eritemi, croste e bolle edematose. Mentre la forma cronica è accompagnata da arrossamenti, screpolature, desquamazioni e persino tagli.

Alcune professioni sono più esposte di altre al rischio di sviluppare disturbi dermatologici alle mani. Tanto che si parla in questi casi di dermatite occupazionale. Due ricercatori della New York University Grossman School of Medicine - Theodora Karagounis e David Cohen - hanno condotto una review per approfondire alcuni aspetti di questo disturbo. Il loro lavoro è stato pubblicato di recente sulla rivista Current Allergy and Asthma Reports.

Fanno parte della dermatite occupazionale varie patologie che colpiscono la pelle delle mani. Le più comuni sono la dermatite da contatto irritativa e la dermatite allergica da contatto. Il rischio di comparsa di questi disturbi aumenta di tre volte, riporta lo studio, in presenza di disfunzioni della barriera epidermica, come la dermatite atopica. Anche aspetti legati alle condizioni di lavoro, come il contatto con liquidi e detersivi o l’uso di guanti, aumenta di molto il rischio di comparsa.

Lo strumento più utilizzato per la diagnosi della dermatite allergica da contatto è il patch test. Gli allergeni identificati dal patch test più comunemente associati alla dermatite occupazionale sono il metilisotiazolinone, il nichel, la gomma e alcuni profumi e fragranze.

Le professioni sanitarie sono tra le più soggette alla dermatite occupazionale, soprattutto per via della necessità di disinfettare molto spesso le mani e di usare i guanti. Ma la comparsa della dermatite può anche essere ricondotta ad altre cause. Per esempio, gli autori riportano il caso di alcuni infermieri con dermatite allergica da contatto causata dall’esposizione ad antibiotici.

Un’altra categoria professionale ad alto rischio di sviluppare dermatite alle mani è quella dei parrucchieri. In questo caso, gli allergeni e le sostanze irritanti possono essere contenute in una vasta gamma di prodotti cosmetici, da quelli per la tinta a quelli per il lavaggio e la piega. Ci sono poi i lavoratori del settore metalmeccanico, anch’essi a rischio di dermatite a causa del contatto con metalli, oli, grassi e altre sostanze chimiche.

Gli autori discutono nella loro review anche gli interventi più efficaci per prevenire e gestire questo tipo di dermatite. I più immediati, va da sé, sono ridurre il contatto con liquidi e sostanze irritanti. Ma ci sono tutta una serie di altri comportamenti che possono essere messi in atto, tanto che esistono degli specifici programmi formativi di prevenzione. Studi ulteriori, concludono gli autori, andrebbero focalizzati proprio sullo sviluppo di programmi e metodi di prevenzione e gestione tarati ad hoc su ciascun tipo di professione.


Fonte: https://link.springer.com/article/10.1007/s11882-023-01070-5



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