Una perdita di peso anche temporanea riduce il rischio cardiometabolico

Con l’estate alle porte, la rincorsa al peso forma torna alla ribalta e le diete e i rimedi per perdere peso si moltiplicano a dismisura. Ma la buona forma fisica non è una questione stagionale o legata alle mode del momento. E se avere uno o due chiletti in più non è grave, il sovrappeso e l’obesità sono tra i principali fattori di rischio per l’insorgenza di malattie cardiovascolari.

Nonostante questa consapevolezza sia ormai di dominio comune, molti programmi di gestione del peso su base comportamentale (mettersi a dieta, fare esercizio fisico) non funzionano sul lungo termine. E allora, in che modo dimagrire e poi riacquistare i chili perduti si ripercuote sull’incidenza delle malattie cardiometaboliche?

Per fare chiarezza sulla questione, un team britannico che vede come capofila l’Università di Oxford ha condotto una revisione sistematica con metanalisi della letteratura scientifica di rilievo. La review è stata pubblicata nell’aprile 2023 sulla rivista Circulation: Cardiovascular Quality and Outcomes.

Gli autori prendono in esame 124 studi che soddisfano i requisiti e rappresentano circa l’uno per cento degli studi inizialmente reperiti. Il campione riguarda principalmente nordamericani ed europei di età media di cinquant’anni, che hanno seguito un programma di gestione del peso di circa 7 mesi.

I risultati che emergono dall’analisi sono interessanti: sembra infatti che il dimagrimento aiuti a ridurre i fattori di rischio e l’incidenza di malattie cardiometaboliche, anche se in seguito i chili persi vengono riacquistati. Hartmann-Boyce e colleghi sottolineano però che i dati non bastano per tratteggiare conclusioni affidabili sulla remissione di malattie cardiometaboliche quali l’ipertensione e il diabete.

Più chiari, invece, i risultati per quanto riguarda i fattori di rischio per l’insorgenza di malattie cardiometaboliche, valutati mediante parametri quali glicemia, colesterolo e pressione sanguigna. Tutti i fattori di rischio presi in esame sono risultati più bassi al termine del programma di gestione del peso. E si sono mantenuti tali anche a distanza di tre-cinque anni, persino se nel frattempo i chili di troppo erano ricomparsi.


Fonte: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36974678/





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