Endometriosi: una malattia femminile che richiede più ascolto

L’utero è rivestito da una mucosa speciale, l’endometrio, che ogni mese va incontro a profondi cambiamenti per prepararsi ad accogliere un eventuale embrione. Può però capitare che questo tessuto prettamente uterino invada altri organi e strutture dell’area pelvica, causando un’infiammazione cronica detta endometriosi.

Di questo disturbo complesso si sa poco, nonostante colpisca una donna in età fertile su dieci, con un impatto anche molto pesante sulla qualità della vita.

Una review condotta dall’Università del British Columbia e dal Centro per l’endometriosi di Vancouver, in Canada, mira a fare il punto sulle attuali conoscenze a livello di epidemiologia, patofisiologia, diagnosi e gestione dell’endometriosi. Il lavoro è stato appena pubblicato sulla rivista Canadian Medical Association Journal.

I sintomi dell’endometriosi possono essere molto vari, dal dolore pelvico cronico al dolore durante i rapporti sessuali, dalla dismenorrea alla fatica cronica. E circa il 30% delle donne che ne soffrono ha difficoltà di concepimento. Le cause che portano alla comparsa di questo disturbo non sono chiare. L’ipotesi più accreditata, seppure non l’unica, è che si tratti di cellule dell’endometrio che raggiungono la cavità peritoneale a causa di un flusso retrogrado di tessuto mestruale.

Esistono diversi sottotipi di endometriosi, talvolta presenti in concomitanza nelle pazienti. Il sottotipo più comune è l’endometriosi pelvica superficiale, associata a lesioni sulla superficie del peritoneo. L’endometrioma ovarico è caratterizzato dalla presenza di cisti ovariche, mentre l’endometriosi profonda è accompagnata da lesioni che possono estendersi al retto, all’uretere, alla vescica e ad altri organi addominali.

Anche se ad oggi non esiste una cura definitiva per l’endometriosi, le terapie farmacologiche e chirurgiche permettono in genere di alleviare il dolore e migliorare la qualità della vita delle pazienti. Tra i farmaci somministrati ci sono gli antinfiammatori non steroidei, utili soprattutto per alleviare i sintomi della dismenorrea. Le terapie ormonali sembrano essere particolarmente efficaci per trattare l’endometriosi, sebbene possano avere effetti indesiderati.
Gli autori forniscono una tabella molto dettagliata dei farmaci a base ormonale, con i dosaggi consigliati e le principali reazioni avverse.

La diagnosi viene fatta di prassi mediante laparoscopia, ma le linee guida più recenti suggeriscono di usare metodi meno invasivi, come l’ispezione fisica e tecniche di imaging quali ultrasonografia e risonanza magnetica.
Un punto importante riguarda poi l’ascolto. Il dolore femminile è spesso sottostimato, mentre i medici e gli operatori sanitari dovrebbero incoraggiare le donne a manifestare i sintomi di cui soffrono. Anche per mettere in atto terapie adeguate, che spesso richiedono un approccio multidisciplinare.



Fonte: https://www.cmaj.ca/content/195/10/E363


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