Chi prova dolore ha spesso anche meno forza

Vista l’importanza del movimento e dell’attività fisica, in generale e ancora di più nelle persone affette da dolore neuromuscolare, capire come il dolore si lega allo svolgimento regolare degli esercizi di forza e di resistenza può essere utile per gestire al meglio il percorso di trattamento e cura.

L’obiettivo della revisione sistematica pubblicata sulla rivista Clinical Rehabilitation nel settembre del 2022, emersa come particolarmente rilevante, era quello di indagare se le persone con dolore neuro-muscoloscheletrico mostrino capacità di forza (multi-articolare e globale) diverse rispetto a quelle sane. Prendendo in considerazione studi scientifici anche molto diversi tra loro, svolti coinvolgendo persone con condizioni muscoloscheleteriche dolorose differenti, sono emerse informazioni riguardo alle persone affette da artrosi del ginocchio, fibromialgia, lombalgia cronica o artrite reumatoide.

Le donne adulte con fibromialgia hanno mostrato valori di forza multi-articolare ridotti rispetto alle donne attive senza questa patologia. Questo è risultato statisticamente evidente in esercizi come chest press e leg press, anche se le differenze effettive sono risultate minime in termini quantitativi. Per quello che riguarda le altre patologie indagate, a causa dei metodi di valutazione della forza e della mancanza di gruppi di controllo attivi sani, i ricercatori hanno riferito che non è ancora stato possibile giungere a conclusioni certe. Ma è emerso che, almeno in alcuni casi in cui gli studi avevano considerato l’aspetto nocicettivo, le persone affette da dolore intenso non erano in grado di eseguire i test di forza massima.

Di fatto, le informazioni a disposizione per un confronto dettagliato sono risultate ancora troppo limitate, eccezione fatta per i pazienti con fibromialgia. Questi risultati, tuttavia, risultano poco in sintonia con le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che sottolineano genericamente l’importanza dell’allenamento aerobico e di resistenza per prevenire la maggior parte delle malattie non trasmissibili, senza tenere conto della difficoltà intrinseca nell’allenarsi regolarmente da parte di chi prova dolore.

Per questo motivo, concludono gli autori della ricerca, potrebbe essere molto utile impostare programmi di allenamento personalizzati per migliorare la forza globale e ridurre il rischio di varie malattie, tra cui quelle cardiovascolari.

Un aspetto ancora più essenziale soprattutto se si considera che le persone con dolore persistente hanno maggiori difficoltà a impegnarsi in comportamenti di stile di vita positivi, facendo in media pochissima attività fisica.


Fonte: https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/02692155221128724





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