Pressione arteriosa: il ruolo di stress e attività fisica

L’attività fisica e lo stress psicologico contribuiscono significativamente alla variabilità e ai picchi della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, determinando situazioni di potenziale pericolo per i pazienti.
Nello specifico, l'effetto delle emozioni negative sulla pressione arteriosa è maggiore di quello dell'attività fisica, mentre gli effetti sulla frequenza cardiaca sono indotti principalmente dalla pratica sportiva.

Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Hypertension Research (gruppo Nature) nel dicembre 2022, ha preso in considerazioni 50 pazienti ricevuti in contesto ambulatoriale con età media pari a 66 anni, con una leggera prevalenza maschile. In totale sono state effettuate 2.217 letture tramite dispositivo ABPM multisensoriale, con misurazione simultanea della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca. Dato che la pressione arteriosa è un fattore di rischio molto significativo per molte malattie cardiovascolari, hanno premesso i ricercatori autori dello studio, deve essere monitorata con grande attenzione per scongiurare o ridurre il rischio di potenziali eventi avversi gravi.

Lo stress psicologico dei pazienti è stato valutato sulla base delle emozioni negative o di altre informazioni riguardanti le esperienze recenti di vita dei partecipanti. Per quanto riguarda l’attività fisica, invece, è stato valutato il suo livello 5 minuti prima di ogni misurazione della pressione arteriosa attraverso l’utilizzo di un actigrafo integrato nel dispositivo ABPM.

Analizzando i dati, raccolti a intervalli di distanza di 30 minuti l’uno dall’altro in ciascun paziente, è emerso che la frequenza cardiaca è aumentata in relazione all’attività fisica svolta con intensità superiore rispetto alla camminata, ma non è cambiata per le emozioni negative. Per quello che riguarda la pressione arteriosa, invece, è emersa un’incidenza maggiore delle emozioni negative.

Da queste informazioni emerge che l’analisi simultanea della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca può facilitare la gestione personalizzata dell’ipertensione nei pazienti, permettendo di comprendere il ruolo della componente psicologica e dei fattori pressori individuali nella vita quotidiana, così da indirizzare più accuratamente trattamenti, terapie e suggerimenti sulla quotidianità.


Fonte: https://www.nature.com/articles/s41440-022-01123-8



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