Quando sul lavoro il collo diventa un problema

Il dolore, la mobilità e la forza muscolare della zona cervicale non sono tre aspetti a sé stanti, bensì strettamente legati tra loro. In particolare, sono sempre più robuste le evidenze scientifiche che suggeriscono l’esistenza di una correlazione negativa tra il disturbo funzionale cervicale – a cui si associa dolore al collo e alla parte superiore del rachide – e la forza dei muscoli che insistono sulla medesima zona, nella parte alta della schiena.

E ad affermarlo, di recente, è stato anche uno studio scientifico pubblicato nel marzo del 2022 sul Chinese journal of industrial hygiene and occupational diseases (Zhonghua lao dong wei sheng zhi ye bing za zhi) e condotto su un nutrito gruppo di impiegati.

L’obiettivo della ricerca era di indagare quale relazione ci sia tra le difficoltà nella movimentazione del collo, il dolore della zona cervicale e la forza muscolare nelle persone affette da spondilosi cervicale.
Questa patologia, infatti, è molto spesso correlata a un uso eccessivo delle articolazioni che uniscono le vertebre della zona cervicale: una condizione che, peraltro, è molto comune nel processo di invecchiamento, e che può condizionare in negativo la qualità del lavoro sia degli impiegati sia – più in generale – di chi svolge compiti in cui è richiesto un impegno fisico molto modesto o del tutto assente.

Per condurre lo studio sono stati selezionati 234 pazienti con mielopatia spondilogena cervicale, individuati tra quelli in trattamento presso il Subsidiary Rehabilitation Hospital dell'università di medicina tradizionale cinese del Fujian.
Anzitutto, in ciascuno è stata analizzata la funzionalità del collo attraverso un indice specifico (il Neck disability index, NDI), poi è stata valutata la forza dei muscoli cervicali attraverso vari test, principalmente di tipo isometrico. Confrontando i dati si è ricavato che nei pazienti con disturbi funzionali lievi o moderati la forza muscolare in flessione e in estensione era maggiore rispetto a coloro che avevano più dolore e dimostravano un range di mobilità inferiore.

Vale a dire, chi dichiarava di avere più sofferenza e muoveva la zona cervicale con più difficoltà coincideva spesso con chi dimostrava una debolezza muscolare tra il collo e la parte alta della schiena.

I risultati di questo studio, come hanno scritto gli autori della ricerca provenienti da diversi centri del paese, suggeriscono l’importanza di rafforzare i muscoli cervicali per migliorare la funzionalità del rachide, anzitutto per prevenire deficit di forza e di funzionalità, ma anche ma di provare fastidio o dolore.

Fonte: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35439860/



🕑