Il microbiota intestinale per migliorare le scelte cliniche

Per la scelta del trattamento più opportuno da somministrare, in un gran numero di malattie è importante valutare le caratteristiche personali specifiche di ogni paziente e, in particolare, la composizione microbica intestinale. Quest’ultima, infatti, influenza la patogenesi della malattia e ha un ruolo determinante nella progressione dei sintomi e nella risposta al trattamento.

Ed è ciò che emerge anche dalla revisione sistematica della letteratura scientifica pubblicata sulla rivista Nature Review Gastroenterology & Hepatology nel gennaio del 2022.

La variabilità, sia nella presentazione a livello sintomatico sia nel decorso della malattia, è una delle principali sfide della medicina contemporanea, di cui molto si parla soprattutto nell’ambito della cosiddetta medicina personalizzata. I fattori che possono incidere sono tantissimi, come le caratteristiche genetiche, la storia clinica, le condizioni ambientali, la sensibilità ai farmaci eccetera.

Di sicuro, nel passaggio verso un trattamento personalizzato e mirato sul paziente, deve essere considerato tra i parametri significativi anche la composizione del microbiota intestinale, il quale è coinvolto in tutti i processi metabolici dallo sviluppo della malattia fino alla sperata guarigione.

Nello specifico, nel prendere in esame studi scientifici già pubblicati, il gruppo di scienziati del Minnesota autori della ricerca ha considerato 6 gruppi di patologie: malattie infettive, cancro, malattie metaboliche, malattie cardiovascolari, malattie autoimmuni (o infiammatorie) e malattie allergiche.

Si è visto che sfruttando le conoscenze attualmente a disposizione è possibile migliorare l’efficacia terapeutica dei trattamenti clinici per tutti i gruppi analizzati, riducendo al contempo le reazioni avverse e il numero di somministrazioni farmacologiche inefficaci. Tutto questo incide non solo sul benessere del paziente, ma determina anche una migliore gestione delle risorse del sistema sanitario, rientrando quindi in un’ottica più generale di sostenibilità complessiva.

Le future indagini sul microbiota intestinale, dunque, potranno verosimilmente permettere di migliorare ulteriormente l’assistenza clinica e favorire la diffusione della medicina personalizzata. Ed è anche su questo che ci si sta continuando a concentrare.


Fonte: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34453142/



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