Trattamenti personalizzati in base al microbiota

Il microbiota intestinale ha un ruolo chiave nell’insorgenza e nello sviluppo delle principali patologie del tratto digerente e il suo stato, di equilibrio o squilibrio, può determinare la riuscita o il fallimento del trattamento terapeutico, l’insorgenza di effetti avversi e – in definitiva – la qualità di vita del paziente. Sfruttando le conoscenze oggi a disposizione, è possibile impostare terapie o trattamenti specifici e individualizzati in base alle caratteristiche della composizione batterica intestinale dell’ospite.

Questo è ciò che emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Nature Gastroenterology & Hepatology nell’agosto del 2021. Il microbiota intestinale svolge una serie molto lunga di funzioni utili per il benessere del nostro organismo e il suo stato di equilibrio: soprattutto durante gli stati patologici, ha un ruolo essenziale per garantire la salute del sistema immunitario e quella dell’intero organismo, e in particolare per assicurare un’efficace reazione ai trattamenti farmacologici.

Nello specifico, nello studio sono stati indagati sei gruppi di patologie e condizioni: malattie infettive, cancro, malattie metaboliche, malattie cardiovascolari, malattie autoimmuni o infiammatorie e malattie allergiche e atopiche. Pur in assenza di informazioni complete per ciascuna patologia, secondo i ricercatori appaiono evidenti i possibili benefici di un trattamento personalizzato che si basi sulle caratteristiche individuali del microbiota, accompagnato da un monitoraggio costante delle variazioni della composizione batterica intestinale durante la pratica clinica.

Di fatto, saranno necessari ulteriori studi longitudinali per una migliore comprensione dei meccanismi delle varie malattie e le possibili interazioni con il microbiota intestinale. Ma molto probabilmente, grazie a una sempre maggiore conoscenza, il microbiota e la sua gestione nelle diverse patologie diventerà parte integrante dell’assistenza clinica del prossimo decennio.


Fonte: https://www.nature.com/articles/s41575-021-00499-1




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