Dolore cronico, quali sono i migliori stili di vita?

Sono molte le abitudini che possono avere un impatto negativo sulla gestione del dolore cronico. Un editoriale recentemente pubblicato sul British Journal of Anaesthesia riassume l’impatto degli stili di vita sulla gestione del dolore cronico, a partire dal consumo di bevande alcoliche.

Il dolore - definito cronico qualora persista per almeno 3 mesi – è considerato di per sé una patologia di grande diffusione: fino al 30% della popolazione mondiale ne ha sperimentato una qualche forma. L’utilizzo di terapie farmacologiche mirate a risolvere il dolore cronico ha dato risultati deludenti, rendendo molto importante lavorare sugli stili di vita dei pazienti.

Lo studio - redatto da ricercatori francesi facenti capo all’Università di Parigi (Centro sulla valutazione e il trattamento del dolore dell’ospedale Cochin) - fa il punto sugli effetti degli stili di vita non salutari nei quali i pazienti trovano apparente sollievo dal dolore, ma che in realtà rischiano di peggiorare la situazione. Il consumo abituale e non moderato di alcolici, ad esempio, oltre a creare dipendenza ha dimostrato effetti iperalgesici a lungo termine. Ciò nonostante, l’alcool ha anche effetti analgesici che si esprimono nel breve periodo, dei quali gli autori indagano alcune possibili spiegazioni. I pazienti che sperimentano dolore cronico possono quindi essere tentati di abusare di alcolici per moderare eventi di dolore acuto.

Di segno opposto sono gli effetti dell’esercizio fisico e della dieta, che possono migliorare la gestione del dolore cronico. In particolare, specifiche restrizioni alimentari sembrano essere associate al miglioramento di specifiche condizioni dolorose. Svolgere attività fisica, sebbene possa aumentare il dolore se intensa ed episodica, sul lungo periodo migliora la capacità di gestire il dolore cronico senza controindicazioni, tanto da essere raccomandata nelle principali linee guida.


Fonte: https://www.bjanaesthesia.org/article/S0007-0912(22)00304-X/fulltext



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