Dolore cronico e disagio psicoemotivo: non è depressione

Il dolore muscolo-scheletrico cronico è una condizione invalidante piuttosto diffusa nella popolazione. Al dolore persistente si associa spesso uno stato di disagio psicoemotivo che viene tendenzialmente etichettato come “depressione”.
Per comprendere meglio il legame tra dolore cronico e stato di disagio, un team di ricerca inglese ha intervistato una ventina di pazienti e altrettanti medici di medicina generale. I risultati, pubblicati di recente sulla rivista British Journal of General Practice, offrono nuovi strumenti per concettualizzare e trattare questo tipo di sofferenza negli ambulatori di medicina generale.

La maggior parte dei partecipanti allo studio ha evidenziato come, nei casi di dolore cronico, sia particolarmente difficile distinguere tra disagio psicoemotivo causato dalla condizione invalidante e depressione. Il distinguo è però fondamentale e consente anche di evitare un eccessivo accanimento farmacologico, in particolare con antidepressivi, quando ci si trova di fronte a uno stato di disagio creato dal dolore cronico e non da patologie mentali.

Dalle interviste sono emersi tre leitmotiv: “dolore cronico e disagio psicoemotivo sono interconnessi”, “sentirsi senza via d’uscita”, “fare dei passi avanti”. A questi si aggiunge un tema più generale, che è parte integrante dei precedenti: “riconoscere e venire a patti con l’incertezza”. Tutti i pazienti hanno evidenziato come il dolore si ripercuota in modo drammatico su ogni aspetto della loro vita, con un impatto negativo sull’umore e sul benessere psicoemotivo e una sensazione di forte incertezza riguardo al futuro. E hanno anche sottolineato un ulteriore problema – quello di non essere creduti, poiché l’esperienza del dolore è tendenzialmente “invisibile”.

Che fare, allora, se sono gli stessi medici di medicina generale – come emerge dalle interviste – ad ammettere di sentirsi frustrati perché non dispongono di strumenti adeguati a risolvere lo stato di sofferenza dei pazienti? Lo studio delinea alcuni aspetti da tenere in considerazione quando ci si trova di fronte a un paziente con dolore cronico e disagio psicoemotivo: dare ampio ascolto alla persona, con un atteggiamento empatico, riconoscendo l’impatto del dolore sulla qualità della vita, e incoraggiare il paziente ad accettare il dolore e a sviluppare un atteggiamento ottimista nei confronti del futuro, accompagnandolo nello sviluppo di strategie di autogestione dello stato di sofferenza.

Fondamentale, sia dal punto di vista del paziente sia del medico, è riconoscere la complessità della questione, che richiede un approccio “centrato sul paziente”, e mantenere ben chiara la distinzione tra disagio causato dal dolore e depressione. In questo modo, il rapporto tra medico e paziente diventa costruttivo e solidale, ed è il paziente stesso ad acquisire gli strumenti necessari a prendersi cura in prima persona e in modo efficace del suo stato di malessere.


Fonte: https://bjgp.org/content/early/2022/08/08/BJGP.2022.0120


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