I buoni motivi per esporre la pelle al sole anche durante la quarantena

La storia che l’esposizione al sole permetterebbe di sconfiggere il coronavirus SARS-Cov-2, quasi fosse un esserino da arrostire con gli ultravioletti, è solo una bufala. Questo però non significa che prendere un po’ di sole sia una cattiva idea, anzi: soprattutto in un periodo di quasi assoluto isolamento domiciliare, i benefici sulla nostra salute dei raggi solari sono senz’altro superiori ai rischi. Sempre ammesso, naturalmente, che non si esageri e che si prendano tutte le debite precauzioni.

Il vantaggio principale, che non giunge certo come una novità, riguarda la produzione di vitamina D, che viene stimolata dall’esposizione al sole ed è fondamentale per l’assorbimento del calcio. Come ben noto, infatti, tramite la sola alimentazione è difficile riuscire a coprire l’intero fabbisogno giornaliero, anche per chi assume abitualmente i cibi più ricchi di questa vitamina come tuorli d’uovo, latticini e alcuni tipi di pesce. In breve, la vitamina D svolge anche importanti funzioni nella riduzione dello stress, nel migliorare la qualità del sonno, nel rafforzare le ossa e nel favorire la risposta immunitaria.

Indirettamente, inoltre, il sole svolge una funzione preventiva per diverse patologie quali il diabete e alcune tipologie di tumore (soprattutto alla prostata, al seno e al colon-retto), poiché regola attraverso la pelle il rilascio della quantità ottimale di citochine. Poco sole o un’esposizione eccessiva, invece, aumentano il rischio di sviluppare una lunga serie di neoplasie.

Non solo attraverso la pelle, ma anche nella pelle stessa, i raggi solari hanno un importante potere terapeutico per molti dei possibili disturbi. Pure in questo caso la parola chiave è equilibrio: quando la cute è interessata da certe patologie, infatti, il sole può facilitare i processi fisiologici di auto-riparazione, garantendo di fatto evidenti benefìci. Tra le patologie per le quali il sole può fare da toccasana ci sono eruzioni cutanee come quelle tipiche degli eczemi, malattie infiammatorie croniche come la psoriasi, i brufoli legati all’acne e anche la dermatite seborroica, che si manifesta soprattutto attraverso prurito, forfora e desquamazione all'inserzione dei capelli sulla fronte. Inducendo una minor produzione di sebo, il sole tende ad attenuare molte delle manifestazioni cutanee. Le porzioni di pelle esposte al sole nelle giuste condizioni, quindi, possono trarre giovamento da un misurato bagno di sole.

Accanto a questa serie di benefici, però, non va scordata l’altrettanto lunga (anzi, più lunga) lista di danni che un’esposizione eccessiva o inadeguata al sole può provocare, sulla cute e non solo. Al primo posto ci sono senz’altro i tumori della pelle, spesso determinati dai troppi raggi ultravioletti, ma non vanno dimenticate altre possibili problematiche agli occhi, come la fotocongiuntivite, la fotocheratite e il danneggiamento del cristallino.

E, ancora per quanto riguarda la pelle, i raggi solari determinano una progressiva riduzione dell’idratazione e dell’elasticità, provocando quella degenerazione del tessuto che spesso viene sintetizzata con l’espressione invecchiamento precoce della pelle. Infine, se l’esposizione moderata al sole può alleviare l’impatto di una serie di infezioni cutanee batteriche, virali o fungine, nel caso si esageri si ottiene l’effetto contrario: i raggi ultravioletti infatti sono allo stesso tempo un fattore di rischio per lo sviluppo delle medesime infezioni.

Nella routine quotidiana può non essere facile bilanciare correttamente l’esposizione al sole. Non c’è dubbio, però, che in un periodo in cui si rimane sostanzialmente chiusi in casa sia più probabile sotto-esporsi al sole che sovra-esporsi. Consiglio condiviso da molti esperti, Organizzazione mondiale della sanità inclusa, è di trovare un modo per farsi baciare quotidianamente dal sole, anche solo dalla finestra, sul balcone o nell’eventuale giardino di pertinenza. Gli orari migliori per praticare questa routine, come noto, sono al mattino presto e nel tardo pomeriggio, ad esempio tra le 8 e le 9 o tra le 17 e le 18. Sconsigliate invece le ore centrali della giornata, soprattutto tra le 10 e le 15: in quella fascia oraria, infatti, l’intensità della luce ultravioletta è tale da causare più danni che benefici alla pelle.

Gli altri consigli, che non giungono certo nuovi, riguardano le modalità di esposizione al sole. Anzitutto per una questione di quantità: 15-30 minuti al giorno sono più che sufficienti per ottenere tutti i benefici, e l’ideale sarebbe esporre solo le parti del corpo meno sensibili, quindi restare quasi completamente vestiti e coperti (occhiali da sole inclusi). Infine, anche se il bagno di sole è parziale e dura poco, è importante usare creme solari che possano scongiurare gli effetti nocivi dei raggi UVA e UVB.




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