Allergie alimentari, che fare? Risponde il Ministero

uando un bambino dopo i pasti ha un rush cutaneo o altra reazione potenzialmente avversa al cibo, la famiglia precipita in un clima di insicurezza e frustrazione: i genitori hanno bisogno di rassicurazioni immediate in merito all’esistenza o meno di un’allergia alimentare. Per orientare e aggiornare il mondo medico, quello delle ditte produttrici di alimenti e le associazioni di consumatori – spesso preda di terapie prive di alcun fondamento scientifico - il Ministero della salute ha appena pubblicato on-line “Allergie alimentari e sicurezza del consumatore”, un ricco documento che aggiorna le precedente versione del 2014 e che ha come scopo la tutela dei pazienti da diagnosi approssimative e cure alternative non verificate.

In Italia la casistica sull’allergia alimentare non è perfettamente conosciuta a causa dell’assenza di una rete capillare di monitoraggio del fenomeno, ma sembra avere numeri importanti. Un recente studio europeo (EuroPrevall) ha evidenziato però come nel nostro Paese la causa più frequente di allergie (20%) sia dovuto soprattutto agli allergeni proteici LTP contenuti in pesche, mele, albicocche, ciliegie, nocciole, arachidi e noci.

Il documento ministeriale appena pubblicato focalizza l’attenzione sulle varie problematiche connesse alle allergie alimentari, dagli incerti dati epidemiologici ai test diagnostici, individuando il test di provocazione orale con alimento (TPO) come lo standard di riferimento che condotto in doppio cieco contro placebo (Dbpcfc) è capace di dirimere ogni dubbio diagnostico.
Per affrontare questa patologia senza sottovalutarla, serve però una buona conoscenza di tutte le metodiche di diagnosi per capire tra quelle offerte al consumatore, quali siano corrette e quali non validate scientificamente. Per tal motivo il documento elenca in maniera estremamente particolareggiata la natura delle metodiche utilizzabili.

Oltre a ciò – spiega il testo – l’allergia alimentare si contrasta con una costante vigilanza delle persone per evitare gli allergeni elencati e con una chiara etichettatura dei prodotti alimentari per permettere ai consumatori di riconoscere efficacemente gli elementi che potrebbero scatenare la reazione immunitaria. Inoltre il Ministero pone come indirizzo strategico necessario l’implementazione di reti dei centri di allergologia e immunologia. Solo l’esistenza di un unico sistema che coinvolga tutte le regioni italiane, ci permetterà di avere dati epidemiologici corretti e un monitoraggio efficace dei principali allergeni alimentari presenti sulle nostre tavole.

Il documento del Ministero della salute "Allergie alimentari e sicurezza del consumatore"




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