Cefalee, un nuovo aiuto per il medico di medicina generale
Chi ha un forte e persistente mal di testa va dal suo medico di famiglia che deve indirizzare il paziente verso gli specialisti. Si pone quindi il problema di aiutare un medico di medicina generale a compiere delle diagnosi e delle scelte terapeutiche. Per aiutarlo in modo efficace, i neurologi del Centro Cefalee dell’Università di Parma diretti da Gian Camillo Manzoni, hanno messo a punto un algoritmo diagnostico e terapeutico studiato proprio per i non addetti ai lavori.
Le cefalee sono un problema diffuso che affligge soprattutto i giovani. La prevalenza media globale stimata è infatti del 45% circa (poco più del 50% nelle donne, poco meno del 40% negli uomini) e più del 80% dei casi compare prima del 40 anni.
Il nuovo strumento pensato da Manzoni e dal suo team - e appena presentato al Congresso nazionale dell'Associazione neurologica italiana per la ricerca sulle cefalee (Asti, 29-31 maggio) – vuole aiutare i medici trovare la giusta cura in modo semplice. Una novità assoluta dato che, fino ad oggi, i tool di supporto erano spesso in lingua inglese e soprattutto erano stati pensati per gli specialisti.
Il nuovo strumento pensato a Parma, invece presenta solo 5 semplici domande. Queste prime 5 richieste riguardano:
Le cefalee sono un problema diffuso che affligge soprattutto i giovani. La prevalenza media globale stimata è infatti del 45% circa (poco più del 50% nelle donne, poco meno del 40% negli uomini) e più del 80% dei casi compare prima del 40 anni.
Il nuovo strumento pensato da Manzoni e dal suo team - e appena presentato al Congresso nazionale dell'Associazione neurologica italiana per la ricerca sulle cefalee (Asti, 29-31 maggio) – vuole aiutare i medici trovare la giusta cura in modo semplice. Una novità assoluta dato che, fino ad oggi, i tool di supporto erano spesso in lingua inglese e soprattutto erano stati pensati per gli specialisti.
Il nuovo strumento pensato a Parma, invece presenta solo 5 semplici domande. Queste prime 5 richieste riguardano:
- la sede del dolore,
- la sua tipologia,
- l’intensità,
- l’eventuale aggravamento con l’attività motoria e
- la presenza di sintomi associati come il fastidio alla luce, ai rumori, nausea e vomito.
Sono anche indicati chiaramente i campanelli d’allarme che potrebbero far slittare la diagnosi verso la sincope, la febbre e la rigidità nucale. Successivamente, dopo la diagnosi l'algoritmo passa alla terapia sintomatica. “Lo strumento ideato per i medici di medicina generale andrà a tutto vantaggio non solo del malato, ma anche del Sistema Sanitario –
ha spiegato Manzoni in un'intervista a MD digital - che vedrà sfoltirsi le chilometriche liste d'attesa che intasano i centri cefalee di tutta Italia”.
Gian Camillo Manzoni
Professore Ordinario di Neurologia
Responsabile Centro Cefalee
Dipartimento di Medicina Clinica Sperimentale
Università di Parma
http://www.anircef.it/opencms/sezioni/stampa/rassegna/index-VI-Congresso-Nazionale-ANIRCEF.html