Dolore cronico: a Milano le ultime frontiere della ricerca

L'Italia è il terzo Paese in Europa in cui si soffre di più di dolore. Nel Bel Paese infatti questa condizione colpisce il 26% della popolazione: di più soffrono solo la Norvegia, con il 30% dei suoi cittadini e la Polonia con il 27%. Sono alcuni dei dati che hanno introdotto il 14° Congresso Mondiale sul Dolore svoltosi a Milano dal 27 al 31 agosto, che ha coinvolto quasi 8mila tra i maggiori esperti del settore, coinvolti dallInternational Association for the Study of Pain (IASP).

“Oggi il dolore non può più essere sottovalutato, è molto più complesso di quanto si pensasse in passato - ha spiegato la finlandese Eija Kalso, presidente dello IASP - Abbiamo bisogno di un approccio multidisciplinare per capire al meglio i meccanismi legati al dolore e per migliorare l’efficacia degli interventi terapeutici”.

Il congresso, che chiude l'anno mondiale IASP contro l'emicrania, ha illustrato le nuove frontiere della ricerca. Molte utilizzano il brain imaging, una tecnologia che consente di capire cosa “accade” nel cervello e nel midollo spinale quando proviamo dolore.

“Il brain imaging ci consente di vedere all’interno del sistema nervoso centrale umano e di misurare il suo funzionamento - ha detto Irene Tracey dell'Università di Oxford, presidente del Comitato scientifico del congresso - possiamo osservare il cervello mentre elabora i segnali provenienti dalle aree danneggiate dell’organismo, generando l’esperienza conscia del dolore. Così possiamo identificare le aree più importanti da cui nasce il dolore e studiare come altre aree, una volta divenute attive, lo peggiorino notevolmente, generando ansia, depressione, aspettative negative”.

E il prossimo anno contro il dolore, che partirà ad ottobre, sarà dedicato al dolore viscerale. “Esiste una paura innata per questo tipo di dolore– ha affermato Fred Howard, docente a New York –Si è generalmente molto più angosciati dal dolore viscerale che da un dolore localizzato, per il quale la causa è visibile”. Anche in questo caso il congresso è stata l'occasione di presentare le ultime ricerche nel campo. Molta luce ha avuto l’esperienza giapponese, dove è studiata la stimolazione magnetica del cervello per ottenere una riduzione del dolore a livello intestinale. Anche qui il brain imaging ha consentito di capire meglio il meccanismo che porta a questo tipo di sofferenza. “La corteccia dorsolaterale prefrontale è una delle regioni chiave per controllare il dolore viscerale e l’emozione negativa”, ha spiegato Shin Fukudo dell’Università di Tohoku (Giappone) che ha illustrato agli esperti come la stimolazione magnetica ripetitiva di questa area possa sopprimere l’ansia indotta dal dolore viscerale.

Un dato peculiare che emerso a Milano è quello della relazione inversa tra il grado di istruzione e il grado e la persistenza del dolore. “Il 30% dei cittadini con un livello di istruzione medio-basso hanno esperienza di dolore severo” ha affermato Paolo Marchettini dell’Ospedale San Raffaele di Milano, presidente del Comitato organizzativo locale.  “L’incidenza scende al 17-18% nella popolazione con un titolo di studio elevato. Questo fenomeno si spiega con la presumibile migliore capacità di comunicare con il medico di una persona più istruita”, ha concluso il professore.

 

 


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