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Prevenzione cardiovascolare e del cancro colonrettale con acido acetilsalicilico: ecco le raccomandazioni "USPSTF"

Basse dosi di acido acetilsalicilico prese ogni giorno possono prevenire gli attacchi di cuore, gli ictus ischemici, e anche il cancro del colon-retto. Lo afferma il panel di esperti che negli USA valuta le prove sperimentali di efficacia dei medicinali per conto del governo, l'USPSTF. Che, pur raccomandando la terapia, avverte: bisogna comunque sempre valutarne attentamente i rischi, perché può provocare sanguinamenti ed emorragie.
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L'acido acetilsalicilico è una molecola comunemente usata nella prevenzione secondaria delle patologie cardiovascolari, su soggetti cioè lievemente ammalati. La Preventive Services Task Force degli USA (USPSTF) ha però emesso un parere rispetto alla dibattuta prevenzione primaria - su soggetti sani, quindi - estendendola alle patologie tumorali. La raccomandazione è basata su tre review di evidenze scientifiche e uno studio di simulazione in cui si analizzano rischi e benefici della terapia. E' stata pubblicata sugli Annals of Internal Medicine ed aggiorna quella pubblicata nel 2007 per il cancro al colon-retto e quella del 2009 sulle malattie cardiovascolari.

Come ogni farmaco, l'acido acetilsalicilico ha effetti contrastanti. L'assunzione quotidiana rischia infatti di provocare emorragie gastriche e intestinali, oltre a ictus emorragici. Ma ha anche un'azione positiva sulla salute di cuore e circolazione, causata dalla riduzione del flusso sanguigno a livello delle placche aterosclerotiche, effetto che riduce il rischio di danno ipossico ai tessuti di cuore e cervello. E possiede dei benefici contro il tumore intestinale, i cui meccanismi sono meno chiari, ma possono derivare dall'azione antinfiammatoria di questa molecola.

Secondo la task-force di medici ed epidemiologi, i dati aggiornati consentono ora di dire che basse dosi di acido acetilsalicilico (al massimo 100 mg al giorno) favoriscono la prevenzione di infarti e cancro intestinale per chi è tra i 50 e i 69 anni, possiede un rischio di malattia cardiovascolare pari o superiore al 10%, non ha un aumentato rischio di sanguinamento - per una storia personale di ulcere o per l'assunzione di particolari farmaci anticoagulanti - e che ha una speranza di vita di almeno 10 anni (periodo in cui è consigliata l'assunzione del principio attivo). Per le altre fasce di età non esistono dati sufficienti a confermare l'effetto benefico. Anzi, il modello USPSTF rivela che per gli ultra 70enni con un rischio di malattia cardiovascolare pari o inferiore al 20%, i rischi sembrano superare i benefici.

Ogni decisione sull'uso di questo farmaco, avvertono gli scienziati, dovrebbe comunque avvenire dopo aver consultato un medico.


1 Ann Intern Med, 2016 Apr 12. doi: 10.7326/M16-0577. [Epub ahead of print] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27064677

2 Ann Intern Med, 2016 Apr 12. doi: 10.7326/M15-2129. [Epub ahead of print] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27064573



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