Aumenta la celiachia in Italia

E' un paradosso: nel paese della pasta e della pizza, ci sono sempre più celiaci. Nel 2012 erano quasi 150mila, nel 2013 quasi 165mila e nel 2014 173mila circa (172.197). Lo rivela la relazione annuale sulla celiachia appena inviata al parlamento dal Ministero della Salute.

La celiachia è una malattia sociale perché oltre alle sue dimensioni epidemiologiche investe la famiglia, la scuola, le strutture sanitarie e il mondo del lavoro. E' una malattia autoimmune a base genetica che si sviluppa in seguito all'assunzione di proteine del grano (glutine) che danneggiano la mucosa intestinale. Ingerire pasta, pane, biscotti quindi causa una risposta immunitaria abnorme che sua volta genera una infiammazione cronica che danneggia gravemente l'intestino.
La celiachia colpisce in proporzione più le donne che gli uomini. Quasi la metà (48%) dei malati di questa patologia vive nel Nord (soprattutto in Lombardia) mentre il 22% sono al Centro, il 19% al Sud e l'11% nelle Isole.

L’unico trattamento possibile è una dieta appropriata, gluten-free, che spesso rende possibile il ritorno ad un intestino normale. Farine e derivati delle patate, riso, soia o altri legumi sono quindi indispensabili per i celiaci, accanto ad alimenti specifici prodotti con glutine inferiore a 20 mg/kg.

“La garanzia di poter disporre di alimenti sicuri per i celiaci è estesa alla ristorazione scolastica, ospedaliera e pubblica dove oggi è possibile usufruire di una lista degli ingredienti per ciascun piatto ed identificare quelli senza glutine – ha spiegato il ministro Beatrice Lorenzin - a contribuire a tale servizio nella ristorazione ci sono gli operatori del settore alimentare, che ogni anno vengono formati e aggiornati per lavorare al meglio il senza glutine”. Il Ministero infatti ha confermato l'impegno finanziario per mettere in campo attività formative degli operatori del settore alimentare e attività di prevenzione, dirette o correlate alla somministrazione di pasti senza glutine in scuole, ospedali e luoghi di lavoro.

Da agosto in Italia esiste un nuovo protocollo di diagnosi e follow-up della malattia. Da quest'anno poi la celiachia entra a far parte del Programma Statistico Nazionale: tutti i dati sulla malattia celiaca saranno quindi raccolti a livello regionale e saranno trasmessi all'Istituto Superiore di Sanità che provvederà ad elaborarli e a studiarli nella loro completezza.

Una diagnosi più precisa della malattia quindi passa principalmente per due analisi mirate. L’analisi sierologica determina il livello di anticorpi specifici antigliadina, IgA e IgG, e di anticorpi anti-transglutaminasi (tTG), nel sangue prodotti in risposta alla presenza di glutine, percepito dall’organismo come sostanza estranea e pericolosa.
Il test istologico invece consiste in una biopsia intestinale che permette di verificare il danneggiamento e l’atrofia dei villi intestinali.
Nel caso di presenza della malattia all’interno di una famiglia, data la sua caratteristica trasmissione genetica, è opportuno effettuare uno screening degli anticorpi in tutti i parenti di primo grado del malato.

Link: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2463_allegato.pdf



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