Dolore cronico, in tanti scelgono cure alternative ai farmaci


Oltre la metà prova agopuntura, chiropratica , erbe, ma molti non lo dicono al medico curante: sarebbe invece necessario discuterne per migliorare le terapie.”

Il dolore non dà tregua, nonostante i medicinali prescritti dal medico. Così la tentazione di provare altre strade è tanta, spesso irresistibile: secondo un’indagine statunitense pubblicata sull’American Journal of Managed Care, oltre la metà dei pazienti con un dolore cronico sceglie di tentare la via delle medicine alternative e si sottopone ad agopuntura, va dal chiropratico o altro. Spesso e volentieri, però, senza farne parola con il proprio curante.


Indagine su casi di dolore cronico
Lo studio, parte del progetto RELIEF mirato a confrontare i risultati di agopuntura e chiropratica nei pazienti con dolore cronico, ha coinvolto oltre 6000 persone che nell’arco di diciotto mesi fra il 2009 e il 2011 si erano rivolte almeno tre volte a un ambulatorio per un problema di dolore cronico. In media si trattava di sessantenni con una predominanza al femminile (il 71 per cento) e una maggioranza di casi di dolore alla schiena, alle articolazioni, al collo o anche mal di testa, artrite e dolori muscolari. A tutti è stato sottoposto un questionario in diciassette domande per indagare, oltre al tipo di dolore sofferto, anche i trattamenti in uso. È emerso che il 58 per cento dei partecipanti associava alle terapie standard cure complementari di vario genere, ma una buona percentuale di questi si guardava bene dal discuterne col curante: il 35 per cento di chi aveva scelto l’agopuntura non ne aveva parlato al medico, ad esempio, così come il 42 per cento di chi si era rivolto al chiropratico.

Migliorare la condivisione

Tutti però dichiaravano che avrebbero volentieri condiviso le loro esperienze con il curante, se questi avesse fatto domande al riguardo: nessun intento di nascondere qualcosa di cui ci si “vergogna” insomma, semmai un’iniziativa autonoma quando non si riesce a trovare sollievo secondo le vie tradizionali. «I nostri dati mostrano che il ricorso alle terapie alternative per la cura del dolore, in associazione ai farmaci standard, è un fenomeno molto diffuso – osserva Charles Elder del Kaiser Permanente Center for Health research, coordinatore dell’indagine –. Purtroppo però i medici non ci pensano e non chiedono nulla in merito ai loro pazienti, che spesso e volentieri tacciono se non sono spronati a discuterne. Un corto circuito nella comunicazione che sarebbe bene risolvere e superare: sapere che cosa sta facendo il paziente, anche di sua iniziativa, e soprattutto capire quale approccio eventualmente stia funzionando o al contrario lasci il tempo che trova sarebbe utile per arrivare a terapie più efficaci o per consigliare approcci a cui magari non si è ancora pensato. Il dialogo fra medico e paziente deve essere aperto su tutti i fronti, senza reticenze, perché le cure siano davvero utili e risolutive».


http://www.ajmc.com/journals/issue/2015/2015-vol21-n7/acupuncture-and-chiropractic-care-utilization-and-electronic-medical-record-capture





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