Al via la Sanità elettronica

Sarà un

Sarà un taccuino ad accompagnarci tutta la vita, raccontando la nostra salute. Di più: sarà un luogo in cui sanità e cittadini, medici e pazienti, potranno scambiarsi informazioni. E ancora: sarà uno strumento facile ed agevole con cui prenotare e pagare i servizi e con cui sarà possibile effettuare statistiche e monitoraggi sul territorio. Tutto questo è quanto promette il Fascicolo sanitario elettronico (FSE), la cartella clinica elettronica dei cittadini. Sono appena state pubblicate le linee guida progettuali che ne definiscono infrastrutture e standard tecnologici. Ora ogni Regione e Provincia autonoma dovrà predisporre un Piano (entro il 30 giugno) da realizzare entro un anno.

Il Fascicolo dovrà spazzare via sportelli, file, sale di attesa, telefonate ai medici. Verranno amministrati elettronicamente il ricovero ospedaliero, la specialistica ambulatoriale, le prestazioni farmaceutiche, l’assistenza residenziale, l’assistenza domiciliare, gli accessi al Pronto Soccorso. Ma si ipotizza addirittura che i cittadini potranno collegarsi alla rete con strumenti di auto-misurazione per consentire un monitoraggio remoto più efficace.

Il primo passo, la raccolta digitalizzata e focalizzata sul cittadino di dati e informazioni sanitarie, è già stato fatto in alcune Regioni. In Emilia Romagna, ad esempio, tutta la storia clinica e di salute di una persona (compresi referti di visite ed esami specialistici) è archiviata, disponibile sul web e accessibile con password (anche se sono pochi gli utenti iscritti).

Forse l’area più sviluppata in questo senso è la Provincia di Trento che ha scritto le cartelle cliniche elettroniche già del 93% dei suoi abitanti: 28mila persone, con oltre 250mila referti visualizzati, quasi 500mila ricette elettroniche scritte dai medici e circa 600mila accessi alla home page dalla sua fondazione. E’ il progetto TreC, realizzato dalla Fondazione Bruno Kessler.

Il percorso però, anche nell’eccellenza di Trento, è solo all’inizio. «Il problema che dobbiamo affrontare oggi è rendere il sistema efficiente e a misura del cittadino - spiega Giandomenico Nollo della Fondazione Kessler -. Il nostro obiettivo è fare diventare la cartella digitale del cittadino non solo un oggetto a sua disposizione, ma un modello di cura e poi cominciare a costruire i piani diagnostico-terapeutici veri e propri: per il diabete, piuttosto che per la salute mentale o la frattura del femore. Tutto questo comporta un cambio di paradigma culturale rispetto al rapporto tra cittadino e sanità a cui eravamo abituati».


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