Predire l'Alzheimer con un test sicuro al 90%

Con un semplice esame del sangue sembra possibile scoprire l'Alzheimer o un deterioramento cognitivo prima che esso insorga, con una precisione del 90 per cento. Il test, ancora sperimentale, è stato ideato da una equipe di neurologi del Medical Center della Georgetown University di Washington che hanno pubblicato uno studio su Nature Medicine.


Il metodo si basa su 10 lipidi, usati come biomarker del sangue, dieci sostanze che secondo i ricercatori rivelano ciò che sta accadendo alle membrane neuronali coinvolte nella perdita delle capacità cognitive e della memoria tipiche del morbo. Nella ricerca, durata 5 anni, sono stati messi sotto osservazione due gruppi di pazienti: 53 malati di Alzheimer, o comunque in declino cognitivo, confrontati con 53 persone sane. A tutti è stato prelevati del sangue per confrontarne i livelli di lipidi. “Il pannello lipidico è stato sufficiente a distinguere con un'accuratezza del 90% questi due gruppi distinti”, ha spiegato Howard Federoff, a capo del team di scienziati. Il test, che sembra valido fino a 2-3 anni prima che il declino cognitivo emerga, è riuscito ad identificare correttamente altri 21 individui che nel corso dello studio hanno sviluppato l'Alzheimer o un declino cognitivo lieve con amniesia.

In tutto il mondo, circa 35,6 milioni di individui soffrono della malattia e, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità il numero raddoppierà ogni 20 anni: 115,4 milioni di persone avranno l'Alzheimer entro il 2050.
Non esiste una cura o un trattamento efficace per il morbo. Un limite alla ricerca è dato dal fatto che si può diagnosticare l'Alzheimer solamente quando emergono i primi sintomi. Questo nuovo test permetterebbe di giocare in anticipo. "Il nostro test del sangue offre la possibilità di identificare le persone a rischio – ha spiegato Federhoff. Anche in assenza di terapia risolutiva, secondo il neurologo “lo stadio preclinico della malattia offre una finestra di opportunità durante la quale agire per modificare per tempo la malattia”.
Il test sperimentato dagli scienziati americani potrebbe essere pronto per l'uso in studi clinici in soli due anni.


Fonte: http://www.nature.com/nm/journal/vaop/ncurrent/full/nm.3466.html


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