Sospensione di nimesulide in Irlanda

L'Agenzia del Farmaco Irlandese ha disposto l'immediata sospensione della vendita dei farmaci contenenti nimesulide a seguito della segnalazione da parte della National Liver Transplant Unit dell'ospedale St. Vincent di sei casi di insufficienza epatica grave che hanno richiesto il trapianto di fegato.  
L’AIFA ha costantemente monitorato negli anni il profilo di sicurezza di nimesulide e annuncia che «metterà a disposizione i dati nazionali» e che «parteciperà attivamente alla rivalutazione del farmaco a livello europeo». Nel frattempo vengono richiamati medici, farmacisti e cittadini alla scrupolosa osservanza delle informazioni relative al farmaco, con particolare riguardo al rispetto di indicazioni, controindicazioni e posologia.
AIFA ricorda infine che il farmaco deve essere dispensato soltanto dietro presentazione di ricetta medica.
Giorgio Siri,  presidente di Federfarma, assicura che «sarà nuovamente inviata a tutte le farmacie aderenti a Federfarma la circolare che mette in guardia da un uso poco accorto del farmaco e dalla sua vendita senza ricetta medica». La possibilità di usare la ricetta del medico più volte nell'arco di sei mesi consente però al cittadino di acquistare fino a 10 scatole del prodotto in tale arco di tempo.  «Per questa ragione - continua Siri - proporremo al ministero della Salute di ridurre le confezioni di nimesulide, visto che il più delle volte si tratta di un farmaco usato al bisogno e che mai deve essere assunto per un periodo prolungato».

Dalla parte dei produttori, il primo commento è venuto da Roche: «nimesulide è un farmaco con un altissimo profilo di sicurezza dimostrato dai circa 500 milioni di pazienti che ne hanno fatto uso negli ultimi 22 anni». «Il danno epatico - aggiunge la Roche - è un raro evento avverso già noto per tutta la classe terapeutica degli antinfiammatori non steroidei, come indicato nel foglio illustrativo. Uno studio, condotto per conto dell'Istituto Superiore di Sanità, e pubblicato sul British Medical Journal il 5 luglio 2003 ha classificato come 'molto rari' i rischi di epatopatia correlati all'assunzione di FANS e nello specifico non ha rilevato differenze tra l'uso di nimesulide e quello degli altri FANS».


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