Un legame sempre più stretto


È noto da tempo che la sindrome del’intestino irritabile (IBS) ha un considerevole impatto sulla qualità di vita del paziente.

Meno nota è invece la forte correlazione tra l’IBS e la presenza di depressione e ansia, dimostrata da uno studio dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi ed endoscopisti digestivi Ospedalieri (AIGO) condotto nel nostro Paese su oltre 500 pazienti con IBS in cura in 26 centri ospedalieri.

I risultati della ricerca confermano innanzitutto che coloro che ne soffrono sono per lo più donne (73%) con un’età media di circa 40 anni, sottolineando inoltre la scarsa capacità delle cure disponibili di controllare efficacemente i sintomi della malattia.

Oltre la metà dei partecipanti ha riportato che la malattia condiziona notevolmente la vita di tutti i giorni, sia dal punto di vista lavorativo sia sociale. Questo malessere persistente si riflette sullo stato psicologico del paziente e nello studio è emerso che un paziente su 10 soffre di depressione e 4 su 10 di ansia. Anche se non è possibile dimostrare che l’IBS sia direttamente responsabile, si conferma lo stretto legame esistente tra benessere psicologico e gastrointestinale.

Pertanto, per un’efficace gestione dell’IBS, è necessario un approccio multidisciplinare, che oltre al gastroenterologo coinvolga anche psicologi e nutrizionisti.


Per approfondire: www.benessereintestinale.it



🕑